Questo
autunno-inverno uno dei protagonisti del guardaroba è un grande classico: la
pelliccia. Proposta in tutte le versioni immaginabili, vera o finta, dai toni
naturali o fluo, si ritrova dappertutto, dal classico copri spalla fino ai
particolari su gonne, maglioni e addirittura sulle calzature. Un fascino
davvero intramontabile, senza tempo, che continua a far colpo sull’immaginario
femminile, e che viene riletto nelle varie collezioni con gusto contemporaneo
ma anche con un tocco un po’ vintage e retrò. Ormai il freddo è alle porte, e
appena molte di noi iniziano a chiedersi se comprarsi o meno una pelliccia,
ecco che si riaffaccia la polemica se questa rappresenti o meno una scelta
etica. Tanto la pelliccia quanto il dibattito su di essa sembra non passare mai
di moda, e anzi, col tempo si è fatto sempre più intenso. Qual è la scelta
veramente ecologica? Quella della pelliccia naturale o quella della pelliccia
sintetica? Le posizioni a riguardo sono diametralmente opposte: i
tradizionalisti ritengono che solo la pelliccia naturale possa essere
ecologica, mentre gli animalisti sostengono che l’unica scelta di buon senso
sia quella di una pelliccia che non derivi da animali. La pelliccia naturale è
considerata dall’alba dei tempi come un indumento simbolo di forza, carico di
significati magici, un po’ come se attraverso essa venisse trasmessa l’energia
dell’animale da cui proviene; in seguito diviene simbolo di lusso e agiatezza,
elemento fondamentale nel vestiario di imperatori e aristocratici. Il pelo
utilizzato per la produzione di pellicce deriva da animali come la volpe, il
lupo o l’orso, o da animali esotici (ora protetti) come le scimmie o le tigri,
e con il processo di democratizzazione del lusso, è diventato un prodotto
accessibile a tutti, dato l’abbassamento dei costi di produzione (infatti la
più grande produzione di pellicce appartiene alla Cina). Nonostante le proteste
che da anni continuano ininterrottamente, negli ultimi tempi si è vista nascere
una serie di organizzazioni che incentivano l’uso di pellicce naturali,
sostenendo la tesi che la produzione di queste pellicce sia la migliore dal
punto di vista ecologico, poiché a contrario di quelle sintetiche, non vengono
utilizzate sostanze chimiche e non dipende dal petrolio. Il dibattito oggi è
questo: la pelliccia sintetica ha diritto di essere chiamata ecologica? Le
ricerche scientifiche del laboratorio Ford Motors hanno comparato l’energia
consumata per la produzione di pelliccia naturale e di quella sintetica: la
produzione di un cappotto di pelliccia sintetica richiede circa 120,300 BTU
(British Termal Units), e tenendo in conto anche i costi del trasporto e del
cibo per gli animali delle fattorie, la
produzione di un cappotto di pelliccia naturale richiede 66 volte più energia
rispetto a quella necessaria per produrre un cappotto di pelliccia sintetica. I
dubbi a questo punto non dovrebbero più esistere, sia vista la conferma
scientifica sul lato ecologico della pelliccia sintetica sia visto che
scegliendo di acquistare questa e non una pelliccia naturale, scegliamo anche
di non incentivare l’uccisione di altri animali per scopi meramente estetici. Togliamoci
pure la mano dalla coscienza, perché molte delle pellicce proposte in
passerella dai maggiori stilisti per l’inverno 2012 sono niente meno che
sintetiche, anch’esse soffici, colorate, animalier, rasate, e a seconda delle
loro caratteristiche assumono uno stile diverso e contrastante: una pelliccia
dalle tinte brune o chiare è chic e un po’ altezzosa, una pelliccia corta blu
elettrico è trasgressiva e punk rock, dallo slancio metropolitano. Se allora è vero che oggi tutti abbiamo il diritto di
scegliere, è vero anche che abbiamo la possibilità di fare una scelta
responsabile. Perché fare una scelta ecologica significa fare una scelta etica,
facendo si che un semplice indumento come la pelliccia attraversi la moda, ma
assuma anche un significato più alto.
The timeless charm of the fur: an ethical choice or aesthetic?
This fall-winter wardrobe is one of the protagonists of a great classic: the fur. Offered in all versions imaginable, real or fake, natural or fluorescent tones, is found everywhere, from the classic cover of the shoulder through to skirts, sweaters and even footwear. A truly timeless charm, timeless, which continues to impress on the imagery of women, and that it is read in the various collections with contemporary taste, but also with a touch 'vintage and retro. Now the cold is coming, and soon many of us begin to wonder whether or not to buy a fur coat, that's where the controversy reappeared, this represents an ethical choice or not.So fur as the debate on it seems to never go out of fashion, and indeed, over time it has become increasingly intense. What is the ecological choice really? That's one of the natural fur or faux fur?The positions on this issue are diametrically opposed: the traditionalists believe that only the natural fur to be green, while animal rights argue that the only sensible choice is that of a fur coat that does not come from animals. The natural fur is considered the dawn of time as a garment a symbol of strength, full of meaning magic, a little 'as if it were transmitted through the animal from which the energy, then becomes a symbol of luxury and comfort, fundamental element in the clothing of emperors and aristocrats. The hair used for the production of fur comes from animals such as fox, wolf or bear, or exotic animals (now protected) as monkeys or tigers, and the process of democratization of luxury, has become a product accessible to all, since the lowering of production costs (in fact the largest production of fur belongs to China). Despite the protests that continue uninterrupted for years, recently we saw the birth of a number of organizations that encourage the use of natural fur, supporting the thesis that the production of these is the best fur from ecological point of view, as opposed to of these synthetic chemicals are not used and is not dependent on oil. The debate today is this: the fur is entitled to be called green? The scientific research laboratory of Ford Motors have compared the energy consumed for the production of natural fur and synthetic one: the production of a fur coat takes about 120.300 BTU (British Thermal Units), and taking into account the costs of transportation and food for farm animals, the production of a natural fur coat requires 66 times more energy than that required to produce a fur coat. I doubt at this point should no longer exist, having regard to both scientific confirmation on the ecology of fur is seen that by choosing to buy this and not a natural fur, we also choose not to encourage the killing of other animals for purely cosmetic. Well let's get a hand from consciousness, because many of the proposals fur on the catwalk from the main designer for winter 2012 are nothing less than synthetic, which are also soft, colorful, animal, shaved, and depending on their features take on a different style and contrasting : a fur-hued brown or light is chic and a little 'snooty, electric blue fur is short and transgressive punk rock underground of the momentum. If then it is true that today we all have the right to choose, it is also true that we can make a responsible choice. Why make an ecological choice means making an ethical choice, causing the fur garment as a simple cross fashion, but to also take on a higher meaning.
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