La
folla, il caos, la freneticità contemporanea non mi intimidiscono, fanno parte
di me ma non condizionano il mio essere. Io ci sono, e non ho paura di osare ed
esprimermi nell’apparenza, ma la mia autenticità va aldilà della sfera
sensibile, percettiva, aldilà del senso comune. Io sono qui, ma dappertutto:
per conservare la mia unicità, per non essere risucchiata nel vortice della
banalità e delle scelte già fatte, ho bisogno di un mondo che solo io posso
raggiungere. Ho una chiave di cui nessuno ha la copia, per lanciare un ponte
tra realtà e pensiero, tra routine ed immaginazione, tra il presente e i bei
ricordi. La folla non potrà mai raggiungermi, non potrà mai giudicarmi, non
potrà mai capirmi, ma potrà solo chiedermi perché. Perché sei qui ma
dappertutto? Perché l’immaginazione porta ovunque, non ha regole, non ha
limite, non ha delusione, perché rifletto me stessa nell’apparenza ma nessuno
potrà mai vedere la vera figura che per tutti è solo un frammento sfuggente.
La
mia idea è nata dalla riflessione sul contrasto tra preoccupazione per la
propria libertà di espressione nell’ originalità e la “minaccia” rappresentata
dalla moltitudine con cui veniamo a contatto ogni giorno, che spesso pregiudica
l’identità e le scelte personali. L’unica difesa in tal senso è l’immaginazione:
permette di rendere visibile il nostro essere nello stile, ma è anche lo
strumento che permette di abbandonarci ai pensieri, per distaccarsi almeno
temporaneamente dalla realtà, a volte troppo opprimente e ripetitiva, a costo
di presentare un’espressione assente. I quattro scatti rappresentano in modi
diversi questo contrasto conflittuale ma per niente contraddittorio. La
protagonista presenta sempre lo stesso atteggiamento “diversamente presente”, ma
è decisa e intenzionale nell’espressione della propria immagine. Nella prima foto
ci troviamo per la strada, ambientazione tipica della città: una città/giungla,
in cui appare ironicamente la sua “regina” in perfetto stile animalier, ma che
in quel momento non ne fa assolutamente parte, risulta al di sopra di tutto ciò
che le sta intorno, perché il suo pensiero vola in alto. Nella seconda foto ecco
un altro luogo della quotidianità: la metro. Da un mezzo pubblico all’altro, da
casa al lavoro, tutto è governato dalla sobrietà, per il resto non c’è tempo. Per
la nostra protagonista glam rock con un tocco burlesque tutto ciò non ha senso:
perché mettere la comodità al di sopra dell’espressione di sé? Nella terza foto
la folla si affretta ad acquistare frivolezza e mode pronte, ma tutto ciò è
poco interessante: meglio creare un glam tutto nuovo, alternativo ma con stile.
Nell’ultima foto viene celebrata l’immaginazione attraverso la lettura, un po’
come se fosse un’arma. Tutto ciò pare necessario per il cammino verso la costruzione della propria
identità personale, un cammino vario che non finirà e che è un piacere
percorrere, perché ogni tentativo di differenziazione sarà sempre una necessità
della persona.
Progetto di Fashion Styling_IED Rome
Exia
bellissime foto, molto particolari...complimenti davvero!
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Federica
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Grazie ;)
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