Lasciando da parte le questioni freudiane legate
all’invidia femminile nei confronti della figura maschile , si può dire che
sono molte le donne che amano arricchire il proprio stile con qualche dettaglio
mascolino per un tocco di austerità in più: è proprio da questo scontro tra
l’anima romantica e quella severa, tra la delicatezza e la sfrontatezza, che
nasce un look elegante, cangiante, ipnotico. E’ così che appare magicamente un
essere dalla bellezza algida e intangibile. E’
questo che ci attende per la prossima stagione autunno-inverno? Sulle passerelle abbiamo
visto nuove e stravaganti tendenze, ma forse una delle più interessanti è
proprio quella che vede protagoniste le donne che sembrano pescare dal
guardaroba dei propri fidanzati per dichiarare una forte presa di posizione
senza rinunciare alla propria femminilità, ma bensì per esprimerla con uno
stile androgino e sottilmente
ambiguo. Sono numerosi gli stilisti che hanno deciso di vestire
la proprie modelle con abiti maschili, seguendo lo stile “à la garçonne”. Capo
di culto in questa stagione è sicuramente il blazer, la giacca dal taglio
maschile declinata in vari modi dalle differenti case di moda, ma spopolano anche tagli di capelli corti, camicie da uomo e gli immancabili
pantaloni, innegabilmente femminili. E pensare che nel Trecento pareva ovvia
l’esclusione delle donne dal portare indumenti che non fossero sottane:
ricordiamo che uno dei motivi per cui Giovanna d’Arco finì sul rogo fu proprio
la mancata rinuncia alle sue brache aderenti. Bisognerà aspettare i couturier
europei del primo Novecento nonché la celebre Coco Chanel per la proposta
femminile di questo capo, e finalmente l’haute couture ha scoperto il casual!
Insomma, un vero e proprio femminismo della moda, uno stile mascolino che
affonda le sue radici solo all’inizio del secolo scorso e trova un’icona nel
romanzo di Victor Marguerite "La Garçonne", manifesto della donna
emancipata. E chi poteva presentare una tale linea di tendenza per il 2012 se
non Chanel? Per il celebre brand, la parola d’ordine di questa stagione sarà
sovrapposizione di linee e tessuti, per dar vita a questa ispirazione maschile
con quel tocco “girlie” che non poteva di certo mancare. In primis la comodità,
a cui Chanel regala sfumature rock con anfibi, lunghe cappe in lana e grandi
tasche in pelle nera, e bon ton, con mini abiti dal taglio gilet e vestitini in
chiffon. Anche Dolce & Gabbana non
si lascia sfuggire questa misteriosa aura di androginia, con pantaloni spezzati
al polpaccio, calzini in bella vista e bretelle. In questo tipo di look
è certamente di grande importanza la ricerca del dettaglio, dall’ occhiale dalla linea pulita e
geometrica al cravattino allentato nel modo giusto. Ma se abbiamo fretta e
vogliamo indossare qualcosa che colpisca e al tempo stesso sia comodo e
portabile possiamo scegliere anche una semplice camicia bianca, da accompagnare
con un cravattino nero o un nastro lasciato morbido. Oppure, se si ama una
bella giacca da lavoro dalle linee maschili è buono concedersi una bella
scollatura o degli shorts che lascino in vista la gamba nuda. Insomma, il
consiglio è sempre quello di mixare sapientemente l’emisfero maschile con
quello femminile, perchè un bel tacco 12 non guasta mai!
Per cogliere novità e modi di essere, di diventare…Istinti, evoluzioni e trasformazioni di una società contemporanea sempre più border-line, dove le differenze talvolta vengono cancellate dall’omologazione. Dalle passerelle al costume, dai luoghi ai rapporti interpersonali, per dare un’istantanea sempre nuova del “coprimento” individuale, dall’abito materiale a quello metaforico: le maschere che ognuno di noi indossa, singolarmente e nel proprio ruolo sociale.
lunedì 10 ottobre 2011
domenica 2 ottobre 2011
Diversamente presente
La
folla, il caos, la freneticità contemporanea non mi intimidiscono, fanno parte
di me ma non condizionano il mio essere. Io ci sono, e non ho paura di osare ed
esprimermi nell’apparenza, ma la mia autenticità va aldilà della sfera
sensibile, percettiva, aldilà del senso comune. Io sono qui, ma dappertutto:
per conservare la mia unicità, per non essere risucchiata nel vortice della
banalità e delle scelte già fatte, ho bisogno di un mondo che solo io posso
raggiungere. Ho una chiave di cui nessuno ha la copia, per lanciare un ponte
tra realtà e pensiero, tra routine ed immaginazione, tra il presente e i bei
ricordi. La folla non potrà mai raggiungermi, non potrà mai giudicarmi, non
potrà mai capirmi, ma potrà solo chiedermi perché. Perché sei qui ma
dappertutto? Perché l’immaginazione porta ovunque, non ha regole, non ha
limite, non ha delusione, perché rifletto me stessa nell’apparenza ma nessuno
potrà mai vedere la vera figura che per tutti è solo un frammento sfuggente.
La
mia idea è nata dalla riflessione sul contrasto tra preoccupazione per la
propria libertà di espressione nell’ originalità e la “minaccia” rappresentata
dalla moltitudine con cui veniamo a contatto ogni giorno, che spesso pregiudica
l’identità e le scelte personali. L’unica difesa in tal senso è l’immaginazione:
permette di rendere visibile il nostro essere nello stile, ma è anche lo
strumento che permette di abbandonarci ai pensieri, per distaccarsi almeno
temporaneamente dalla realtà, a volte troppo opprimente e ripetitiva, a costo
di presentare un’espressione assente. I quattro scatti rappresentano in modi
diversi questo contrasto conflittuale ma per niente contraddittorio. La
protagonista presenta sempre lo stesso atteggiamento “diversamente presente”, ma
è decisa e intenzionale nell’espressione della propria immagine. Nella prima foto
ci troviamo per la strada, ambientazione tipica della città: una città/giungla,
in cui appare ironicamente la sua “regina” in perfetto stile animalier, ma che
in quel momento non ne fa assolutamente parte, risulta al di sopra di tutto ciò
che le sta intorno, perché il suo pensiero vola in alto. Nella seconda foto ecco
un altro luogo della quotidianità: la metro. Da un mezzo pubblico all’altro, da
casa al lavoro, tutto è governato dalla sobrietà, per il resto non c’è tempo. Per
la nostra protagonista glam rock con un tocco burlesque tutto ciò non ha senso:
perché mettere la comodità al di sopra dell’espressione di sé? Nella terza foto
la folla si affretta ad acquistare frivolezza e mode pronte, ma tutto ciò è
poco interessante: meglio creare un glam tutto nuovo, alternativo ma con stile.
Nell’ultima foto viene celebrata l’immaginazione attraverso la lettura, un po’
come se fosse un’arma. Tutto ciò pare necessario per il cammino verso la costruzione della propria
identità personale, un cammino vario che non finirà e che è un piacere
percorrere, perché ogni tentativo di differenziazione sarà sempre una necessità
della persona.
Progetto di Fashion Styling_IED Rome
Exia
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