Rave party: un festival di drogati all’aria
aperta? Forse si, forse no. Sicuramente si tratta di un evento di massa in cui
centinaia, e a volte migliaia, di persone di età diverse si riuniscono nel
ballo e nell’ascolto di musica per un arco di tempo abbastanza prolungato, che
va dalle 12 alle 24 ore, o addirittura per diversi giorni. Questi grandi
incontri vengono solitamente organizzati in aree remote delle città, all'aperto
o in grandi magazzini, in cui si può tranquillamente campeggiare.
Fin dall’inizio queste feste sono state caratterizzate dall'elemento dell'illegalità:
i raves infatti, prevedono solitamente l'occupazione abusiva di spazi privati
in condizione di abbandono. L’origine di questa “tendenza sociale” si può far risalire agli anni
settanta, quando, dal raduno di Woodstock in poi, si diffuse lo spirito del
festival, dell'aggregazione di differenti nazionalità, età e classi sociali,
del ritrovo collettivo, in un clima di piena contestazione e denuncia dei
problemi esistenti nel mondo occidentale; ma il vero aspetto peculiare che
definisce un rave è il tipo di musica che viene suonata: non può mancare
quella elettronica di
vari generi (Techno, Acid, Goa, Trance) al cui ritmo incalzante i giovani si
muovono sotto l'effetto di luci stroboscopiche. Ma basta solo questo per
tollerare dei veri e propri “tours de force” musicali? Molti ragazzi che prendono parte a questo tipo di feste presentano
stati alterati di coscienza a causa dell'assunzione di un mix di alcool e sostanze stupefacenti.
Soprattutto per questo, i media si
stanno progressivamente interessando a questo fenomeno culturale, indagando con
curiosità sulle modalità costitutive del rave, per capire se gestirlo come un grosso
problema sociale capace di degenerare i giovani o semplicemente come una forma
d’arte, perché la musica è primariamente questo. Chi si occupa di riportare i fatti
spesso si concentra esclusivamente sull’utilizzo di droghe e sostanze
psicotrope, non considerando il presupposto della tipica serata rave: partecipare
a un grande incontro in cui ci si allontana dalla routine stereotipata per
godersi una notte di pura musica, che il più delle volte è difficile da trovare
nei negozi perché poco commerciale. La stragrande maggioranza della società si
chiede perché alcuni giovani preferiscano recarsi in posti così lontani dai
centri, quando si hanno a disposizione tante discoteche più facili da
raggiungere: ecco, la risposta è già nella domanda. Come affermano T. Adorno e
M. Horkheimer ne “L’industria culturale”, la civiltà attuale conferisce a tutto
un’aria di somiglianza, dando vita ad un sistema in cui la razionalità tecnica
ed economica è la razionalità del dominio stesso: è il carattere della società
estraniata da se stessa, in cui il potere del capitale si manifesta anche
nell’affluenza degli abitanti negli stessi centri, a scopo di lavoro e di
divertimento, come produttori e consumatori. In un rave viene data vita a un
“altro” popolo, in cui l’età o lo status socio-economico non importano, in cui non c’é un buttafuori che non ti
lascerà passare perché non sei vestito in un certo modo: ed ecco che a un rave si
presentano tanti individui dall’aspetto per niente canonico, dalla rasatura
parziale o totale dei capelli ai dilatatori e ai numerosi piercing, dai colori
fluo dei capelli agli accessori zebrati, leopardari o dai colori accesi.
L’unica regola è rompere con i clichés che nella società dominante hanno creato
quel “circolo di manipolazione” che l’unità del sistema stringe sempre di più.
L’unica soluzione è riunirsi in quei luoghi che la civiltà stessa ha
abbandonato senza ragione, riportandogli vita per una notte, una vita che pulsa
nella sua forma più edonistica, e che in questi spazi improvvisati cerca di
liberare i giovani dal peso dell’incertezza di un futuro che il sistema non è
stato capace di stabilire e assicurare. La musica, nella sua capacità di unire
tutti e annullare le differenze, spinge a condividere una gioia incontrollabile
che va oltre il presunto utilizzo di droghe, e che, nel formare questo magico
cerchio può, almeno per una notte, proteggere dagli orrori, dalle atrocità e
dalla produzione in serie del mondo che sta fuori. Un villaggio tribale,
globale, di massa, che non dipende né dalla legge dell’uomo né da quella dello
spazio e del tempo che egli ha creato. Il rave è un tentativo di riscrivere il
programma che è stato indottrinato a ognuno sin dalla nascita, una celebrazione
della libertà, della tolleranza e dell’armonia: il bisogno che sfugge al
controllo centrale viene trattenuto e diffuso da ogni coscienza individuale.
“Ricordate che mentre potete fermare un qualsiasi party, in una qualsiasi
notte, in una qualsiasi città, non riuscirete mai a spegnere il party intero.
Non avete accesso a questo interruttore, non importa quello che pensate. La
musica non si fermerà mai.” (Worldwide Raver’s Manifesto)
Rave party: a festival of open air drug addicts? Maybe yes, maybe no. Surely this is a massive event in which hundreds, sometimes thousands, of people of different ages come together to dance and listen to music for a long enough period of time, ranging from 12 to 24 hours, or even several days. These major events are usually organized in remote areas of the city, outside or in department stores, where you can safely camp. From the start these festivals were characterized by the element of illegality: raves in fact, generally through the illegal occupation of private spaces in a state of disrepair. The origin of this "social trend" can be traced back to the seventies, when, from the gathering of Woodstock on, spread the spirit of the festival, the aggregation of different nationalities, ages and social classes, meeting the team in a climate of protest and full reporting of problems in the Western world, but the real unique aspect that defines a rave is the kind of music that is played: you can not miss the various electronic genres (Techno, Acid, Goa Trance) to whose fast-paced young people are moving under the effect of strobe lights. But you only tolerate this for real "tours de force" music? Many children who take part in such festivals have altered states of consciousness due to intake of a mixture of alcohol and drugs. Especially for this, the media are increasingly inquiring about this cultural phenomenon, probing curiosity about how the constituent of the rave, to understand how to handle it if a big social problem that can escalate the young or simply as an art form, because music is primarily this. Who is responsible for reporting the facts often focuses exclusively on the use of drugs and psychotropic substances, not considering the condition of the typical night rave: attend a big meeting where you depart from the stereotyped routine to enjoy a night of pure music, that in most cases is difficult to find in stores because they are not commercial. The vast majority of society wonders why some young people prefer to go to places so remote from the centers, when you have access to many clubs are easier to reach here, the answer is already in question. As stated by T. Adorno and M. Horkheimer in "The culture industry", the present civilization gives the whole an air of similarity, creating a system in which the technical and economic rationality is the rationality of the domain itself: it is the nature of society alienated from itself, where the power of capital is also evident nell'affluenza of inhabitants in the Rave party: a festival of open air drug addicts? Maybe yes, maybe no. Surely this is a massive event in which hundreds, sometimes thousands, of people of different ages come together to dance and listen to music for a long enough period of time, ranging from 12 to 24 hours, or even several days. These major events are usually organized in remote areas of the city, outside or in department stores, where you can safely camp. From the start these festivals were characterized by the element of illegality: raves in fact, generally through the illegal occupation of private spaces in a state of disrepair. The origin of this "social trend" can be traced back to the seventies, when, from the gathering of Woodstock on, spread the spirit of the festival, the aggregation of different nationalities, ages and social classes, meeting the team in a climate of protest and full reporting of problems in the Western world, but the real unique aspect that defines a rave is the kind of music that is played: you can not miss the various electronic genres (Techno, Acid, Goa Trance) to whose fast-paced young people are moving under the effect of strobe lights. But you only tolerate this for real "tours de force" music? Many children who take part in such festivals have altered states of consciousness due to intake of a mixture of alcohol and drugs. Especially for this, the media are increasingly inquiring about this cultural phenomenon, probing curiosity about how the constituent of the rave, to understand how to handle it if a big social problem that can escalate the young or simply as an art form, because music is primarily this. Who is responsible for reporting the facts often focuses exclusively on the use of drugs and psychotropic substances, not considering the condition of the typical night rave: attend a big meeting where you depart from the stereotyped routine to enjoy a night of pure music, that in most cases is difficult to find in stores because they are not commercial. The vast majority of society wonders why some young people prefer to go to places so remote from the centers, when you have access to many clubs are easier to reach here, the answer is already in question. As stated by T. Adorno and M. Horkheimer in "The culture industry", the present civilization gives the whole an air of similarity, creating a system in which the technical and economic rationality is the rationality of the domain itself: it is the nature of society alienated from itself, where the power of capital is also evident nell'affluenza of inhabitants in the same institutions, for purposes of work and fun, as producers and consumers. In a rave is given life to an "other" people, where age or socioeconomic status do not matter, where there is not a bouncer who will not let you go because you do not dress in a certain way: and here is a rave that you have so many people looking for anything Canon, the partial or total hair shaving to dilators and numerous piercings, fluorescent colors hair accessories zebra, leopardari or bright colors. The only rule is to break with the stereotypes that the dominant society have created this "circle of manipulation" that drives the system squeezes more and more. The only solution is to meet in those places that civilization itself was abandoned without reason, riportandogli life for one night, a life that pulsates in its most hedonistic, and that in these makeshift spaces seeks to liberate the young from the burden of uncertainty a future that the system has not been able to establish and secure. The music, in its ability to combine and set aside all differences, uncontrollable urges to share a joy that goes beyond the alleged use of drugs, and that, in forming this magic circle can, at least for one night, protected from the horrors, atrocities and the mass production of the world outside. A tribal village, a global mass, which depends neither on the law of man or that of the space and time that he created. The rave is an attempt to rewrite the program that everyone has been indoctrinated since birth, a celebration of freedom, tolerance and harmony: the need that is outside the control center is retained and disseminated by each individual consciousness."Remember that while you may shut down any given party, on any given night in any city, you will never shut down the entire party. You do not have access to that switch, no matter what you think. The music never stops. "(Worldwide Raver's Manifesto)
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